Referendum costituzionale…qualche profano spunto di lettura (3)

Referendum costituzionale…qualche profano spunto di lettura (3)

26 Ottobre 2016 0 Di MATTEO

Proseguiamo con l’analisi testuale del [styled_link link=”http://media.wix.com/ugd/14a30c_9dd527489fa24d648ca3b33c6913e1db.pdf” variation=”steelblue” textColor=”#000000″ target=”blank”]testo a fronte della riforma costituzionale[/styled_link]
sulla quale ci esprimeremo il 4 dicembre con il referendum…

[styled_link link=”http://www.matteofigini.it/referendum-costituzionalequalche-profano-spunto-di-lettura-2/” variation=”copper” textColor=”#000000″ target=”blank”]Eravamo arrivati all’articolo 72….[/styled_link]

[styled_link link=”http://www.matteofigini.it/referendum-costituzionale-qualche-profano-spunto-di-lettura-1/” variation=”steelblue” textColor=”#000000″ target=”blank”]E prima ancora avevamo parlato di questo…[/styled_link]

Il successivo articolo oggetto di cambiamento è il 75…

Apprezzo, onestamente, le modifiche proposte in tema referendum, soprattutto quando va ad abrogare il quorum se i firmatari del quesito iniziale sottoposto a referendum sono in numero maggiore rispetto a quanto precedentemente mappato: i risultati degli ultimi referendum danno forza, e sensatezza, a tale scelta.

Poi però non accetto il troppo potere al Governo, mappato negli articoli immediatamente successivi (n. 77 e ss). La motivazione è sin troppo semplice: sono mappature “ad hoc” che funzionerebbero, forse, oggi, con questo governo e questa maggioranza, ma domani potrebbero rendere ancora più difficile e farraginoso di oggi il procedere dei nostri iter legislativi ed esecutivi. Soprattutto se pensiamo al fatto che, nonostante tutto, una riforma elettorale oggi esiste, ma tutti la vogliono cambiare e, qualora comunque non passasse al vaglio della corte e il Parlamento intervenisse per rivederla ulteriormente, il risultato sarebbe solo uno: il solito pastrocchio all’italiana che, per garantire governabilità, porterebbe a un’accozzaglia di maggioranza centrista che, sostanzialmente, tirerebbe a campare o vivrebbe di compromesso.

Sottolineatura importante: non crediate a chi in TV ci dice che oggi il procedere dell’iter legislativo è lungo e complicato! Fate memoria attiva della legge Fornero, della spending-review, ecc… Ci sono voluti pochissimi giorni per cambiare un sistema pensionistico pluridecennale!!!

Non accetto poi che la nostra Costituzione possa continuare a escludere il parere dei cittadini sulla ratifica dei trattati sovranazionali: tale norma, che post seconda guerra mondiale aveva un’indubbia sensatezza, oggi dovrebbe essere eliminata senza timori! Si veda a tal proposito l’articolo 80.

Così come non accetto che persista l’obbligo di “pareggio di bilancio” in costituzione: io, che amministro (un comune nel mio caso), ho il dovere di indebitarmi se serve per finalità sociali, educative e culturali della mia Nazione! (Parere squisitamente personale, forse “scottato” dal ruolo di Assessore ai Servizi Sociali…me ne rendo conto). Si veda in tal caso l’art. 81: in esso non sono previste tale modifiche sostanziali che, giova ricordarlo, erano state inserite a colpi di maggioranze “bulgare” durante il governo Monti e su esse, comunque in legittimità, non è stato chiesto un parere referendario…

Evito a piè pari commenti sulla parte attinente il Presidente della Repubblica: qualunque riforma che non ne preveda l’elezione diretta ed un aumento concreto di taluni poteri è per me insufficiente.

Ottima l’abrograzione del Cnel: inutile e costoso “carrozzone italico”! …E siamo arrivati all’art.99…

Eccoci quindi al “famoso e caro Titolo V” (e siamo a pag. 31 del “pdf” che vi ho proposto…)

Partiamo dal 116… O tutte le regioni a Statuto Speciale o nessuno. La solita via di mezzo “italica” a 70 anni dalla fine dell’ultima guerra mi sembra ormai fuori dalla storia e da ogni logica. Punto a sfavore della riforma: non aver mostrato i muscoli per compiere una scelta di campo forte e di rottura col passato!!! Che avrebbe fatto spostare indubbiamente l’ago della bilancia verso un sì, forse, nonostante parecchi punti oscuri…

Il famoso 117…beh che dire…

“dai vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea”…. Forse ai più questa modifica apparirà come meramente formale: l’ordinamento “comunitario” c’era già, ora inseriamo una “specificazione….Unione Europea”, che da qualche anno ormai si chiama così… Beh, a me così formale non sembra: mette “nero su bianco” in maniera definitiva come la nostra sovranità sia “limitata” dagli “ordini” impartiti da Bruxelles. Era così già? Sì, in pratica. Ora lo è anche pienamente nella forma, rendendo praticamente impossibile, così come fatto con l’Euro, possibili e futuri passi indietro…

Io su questo “resto un po’ lì”… Chi mi conosce almeno un po’ sa quanto io sia tutto fuorché anti-europeista: ma qui mi sembra proprio ci si stia muovendo verso un eccesso di cessione di sovranità…

Sempre sull’articolo 117…

fino alla lettera “elle” posso esser d’accordo. Non sono mai stato federalista o iper-regionalista. Se mi domandate: “sei più europeista o federalista”, risponderei che sono italiano, prima di tutto, e che, se proprio dovessi scegliere tra un equilibrato europeismo e un forte federalismo, starei probabilmente sull’opzione 1.

Quindi tutte le materie di competenza esclusiva dello Stato confermate, o riscritte, fino alla lettera “elle” mi sembrano mappate bene.

Non apprezzo, e capisco, l’assegnazione allo stato delle politiche sociali, delle politiche attive del lavoro, dell’istruzione e formazione professionale, le competenze sul turismo e in tema di protezione civile: sono tematiche troppo “territorializzate”, peculiari e diverse (da provincia a provincia…che “chiude”, tra l’altro…; manco da regione a regione) per sperare che lo stato centrale le gestisca con efficienza. Leggete con attenzione le modifiche…

Proseguiremo, e concluderemo, con la quarta puntata! J