Referendum costituzionale…qualche profano spunto di lettura (1)

Referendum costituzionale…qualche profano spunto di lettura (1)

11 Ottobre 2016 0 Di MATTEO

Scrivere cosa si pensa nei riguardi di una riforma costituzionale sulla quale il prossimo 4 dicembre noi cittadini saremo chiamati a esprimerci, espone sicuramente a “rischi”…

La sinistra “chiccosa e intellettuale” potrebbe “infangarmi” perché non sono uno di loro, non sono un professore universitario oppure “sono solo uno schierato, di parte” (che è pure vero, ma su certi argomenti non bisognerebbe esserlo e usare la testa……).

Chi sta invece dalla mia parte potrebbe non gradire la seguente premessa: come in ogni “legge”, ci sono sicuramente dei punti validi!

Quello che “esigo” tutti facciano è leggersi “il testo a fronte” della riforma: in fondo non è così difficile né tantomeno usa linguaggi tecnici; tutti ci possiamo fare, bene o male, un’idea di chi in TV tendenzialmente mente o meno… [styled_link link=”http://media.wix.com/ugd/14a30c_9dd527489fa24d648ca3b33c6913e1db.pdf” variation=”pearl” textColor=”#000000″ target=”blank”]Ecco qui un esempio[/styled_link]
di un lavoro fatto bene di rilettura “testuale” e non politicizzata della riforma costituzionale.

Il primo “pastrocchio” io lo rintraccio a pag. 8 del link “La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al sesto comma.” E’ indubbio come non ci saranno mai maggioranze solide, nessuno riuscirà a programmare bene i lavori, soprattutto di gruppo con altri colleghi: di quanto male funzionino le province da quando il mandato dei consiglieri è legato al loro incarico nei comuni, gli “addetti ai lavori” se ne sono già accorti. E’ un vero peccato che non se ne accorgano i cittadini per i quali il lavoro della provincia è ormai meramente “di palazzo”. In TV non si parla mica di “maggiore governabilità”? Con queste maggioranze “fluide” all’italiana non sembra proprio….

[image_frame style=”border” align=”center” title=”Art. 57″]http://www.matteofigini.it/wp-content/uploads/Immagine-2.png[/image_frame]

A pag. 9, nuovo articolo 58, il secondo “pastrocchio”: eliminando il requisito dell’età minima per il Senato, si presume che anche un consigliere comunale diciottenne, se nelle “grazie” di un partito, ma non degli elettori italiani, potrà andare a fare il senatore. Ottimo direi! Se pensiamo che l’età minima per essere eletti deputati resta 25 anni… La coerenza…! Mi viene poi un’altra battuta….”Senato: dal lat. senatus -us, der. di senex ‘vecchio, anziano’; propr. “assemblea, consiglio degli anziani”” … Sempre in tema di coerenza…

All’art. 59 apprendiamo che esisteranno ancora i senatori a vita…o comunque un “qualcuno” di molto simile ad essi perché non scelto, ma nominato…con i costi che ne conseguono…

[image_frame style=”border” align=”center” title=”Art. 59″]http://www.matteofigini.it/wp-content/uploads/Immagine-3.png[/image_frame]

Altro pastrocchio alla fine di pagina 11 del “.pdf” che vi ho suggerito: giustamente mettiamo l’obbligo ai parlamentari di presenziare a Roma. E mi pare normale. Normale non è se i senatori fanno i consiglieri regionali o i sindaci, a solo titolo di esempio, di grandi città… come possono occuparsi della “res” a Roma? Non mi sembra così corretto e sensato il lavoro di senatore “part-time” perché poi diviene quasi legittimo pensare che si vada a Roma “ad alzare la manina” su input di partito e non conoscendo bene ciò che si sta effettivamente votando… Ma questa è un’altra storia…

Per oggi lo studio può bastare…

Ci aggiorniamo alla “prossima puntata”